Una tempesta
ispirato al testo di ispirato al testo di Aimé Césaire
Centocinquant’anni fa, nelle colonie d’oltreoceano, per la seconda e ultima volta si festeggiava l’abolizione della schiavitù. In Francia si celebra quest’anno l’avvenimento, nell’intento di riconoscere pieno valore alla cultura nata dal mélange con la nostra Europa.Aimé Cesaire, poeta nero della Martinicca, è, assieme a L. S. Senghor e L. G. Damas, uno dei fondatori del movimento della Negritudine che cercò di affermare una dignità culturale negra. Della trilogia teatrale sul tema, di cui fan parte anche La tragedia di Re Cristoforo e Una stagione in Congo, "Una Tempesta" è la prima proposta nella nostra lingua di questo dramma. Le ragioni della scelta di questo autore si spiegano presentando meglio i concetti di "Creolizzazione" e "Colonizzazione".
Creolo è termine che viene a indicare la mescolanza culturale e linguistica in seguito all’espansione coloniale europea ed è termine che individua una realtà a metà tra le due originarie, una situazione di passaggio, un luogo senza tempo, reso tale dall’interazione continua tra due mondi, che comporta una cultura in continua evoluzione. Creolo è termine che marca i confini di una comunità che si definisce attraverso determinate caratteristiche e che riconosce l’appartenenza ad essa dell’individuo in base al rispetto di questi crismi.
Colonizzazione e schiavitù nascono, al contrario, dalla conquista territoriale, ma anche dalla supremazia economica, dalla capacità di sfruttare situazioni di dominanza politica o di superiorità tecnica nell’utilizzare al meglio le risorse del territorio.
Importante è la dimensione di isola, idea spaziale che aumenta la sensazione di precarietà vitale. "Una Tempesta" è questo luogo fuori tempo, quest’isola in cui la cosa fondamentale diventa l’instabilità e dove la dipendenza tra i personaggi (o le persone) è tale da far perdere rapidamente la loro stessa individualità. Il dramma di non poter esistere se non per quello che si è.
"Una tempesta" non è "La tempesta" proprio per la genericità del fatto. Effimero in quanto umano. È qui, ma potrebbe anche essere da un’altra parte. È oggi, ma potrebbe ben essere un altro giorno. È la loro, ma potrebbe essere la nostra. "Una Tempesta" è il pretesto per mostrare la violenza e le incongruità della tensione espansiva e colonizzatrice, ma anche le potenzialità date dall’interazione tra mondi differenti e la biunivoca dipendenza che nel tempo porta i due mondi a non poter fare a meno uno dell’altro.
"Una Tempesta" è la domanda fondamentale intorno a ciò che saremo domani, ma è anche una risposta possibile di cui facciamo proposta.