Teatro
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NARRAZIONE
PICCOLA COMPAGNIA GIUOCO del PALLONE
Alessia Passarelli: narrazione
Giovanni Tufano: liuti turchi 'ud e saz, chitarra, percussioni arabe
Passaggi Partigiani
Reading musicale a cura della PICCOLA COMPAGNIA GIUOCO del PALLONE
Regia Alessia Passarelli
Musiche tradizionali balcaniche eseguite da Giovanni Tufano
Con Alessia Passarelli e Giovanni Tufano
Uno spaccato della resistenza al nazi-fascismo visto attraverso gli occhi di una giovane donna.
Dalla Jugoslavia libera e multietnica dell'infanzia fino all'occupazione, la deportazione nel campo di concentramento, la fuga, l'esperienza nella lotta partigiana.
Frammenti di una vita divengono parabola della storia di una generazione e di un popolo.
Bazar Gurdulù Una produzione PICCOLA COMPAGNIA GIUOCO del PALLONE
Regia Alessia Passarelli
Musiche Giovanni Tufano
Con Alessia Passarelli e Giovanni Tufano
Costumi ed oggetti scenici Alessia Passarelli e Chiara Bonaveri
Foto di scena Attilio Imbrogno
Liberamente tratto da “Il Cavaliere Inesistente” di Italo Calvino
Spettacolo destinato sia a spazi chiusi che aperti
Siamo tra i Cavalieri di Carlomagno, in un Medioevo fuori da ogni verosimiglianza storica e geografica tipico dei romanzi cavallereschi, che così bene si presta, per la sua natura mitica e fantastica, a creare richiami e parallelismi con la civiltà contemporanea.
Qui si snodano le vicende del Cavaliere Agilulfo, un'armatura vuota che esiste solo in funzione della sua volontà, che per non sparire lega tenacemente la sua esistenza a compiti precisi e comportamenti esatti; del suo scudiero Gurdulù, che c'è ma non sa di esserci, che non trova la distanza tra sé e le cose, capace di essere zuppa, rana o imperatore; del giovane Rambaldo, emblema del fervore che guida la vita, sia esso ansia di vendetta o bramosia d'amore; di Bradamante, fiera amazzone tesa tra piacere carnale e passione insoddisfatta; dei mistici Cavalieri del Graal, così simili a monaci zen nella loro ricerca di comunione col tutto; dello sprezzante Torrismondo; della monaca Teodora e di molti altri.
Lo spettacolo altro non è che un caleidoscopico viaggio tra i vari gradi d'esistenza dell'uomo, tra i rapporti che intercorrono tra esistenza e coscienza, tra soggetto e oggetto, tra individuo e mondo esterno.
Bazar Gurdulù parte dalla forma del reading musicato discostandosene però ben presto: La parola, la musica, il canto, l'azione teatrale, non sono funzione l'una dell'altra ma, in una narrazione che moltiplica i punti di vista e le prospettive del racconto, si fanno ciascuno istanza primaria di una parte di storia, del particolare moto dell'animo di ciascun personaggio.
Proprio per questo musica, parola e gesto mutano continuamente le loro relazioni, accompagnandosi, contraddicendosi, incalzandosi, rendendosi complementari.
Perfino ogni singolo linguaggio scenico, facendo propria la metafora dello scudiero Gurdulù, non è mai uguale a se stesso.
Talvolta può essere veicolo della narrazione, tal altra farsi emozione, onomatopea, mimesi, metafora; in un gioco teatrale dove ritmo ed immagini oniriche cercano di preservare l'aurea del “fantastico” calviniano, pur sempre orientato, tra amorevolezza e feroce ironia, ad una profonda analisi sull'umanità nella sua completezza.